Monumenti
Chiesa dell’Addolorata
La chiesetta nacque dal bisogno della nascente comunità di Monte Romano di celebrare le feste religiose nel paese: i lavoratori che sempre più numerosi giungevano dai paesi vicini del viterbese presero l’iniziativa stipulando con Fra Cirillo Zabaldani , Governatore di Rocca Respampani e amministratore della tenuta di Monte Romano, un accordo nel 1612 in cui si impegnano a versare parte del raccolto per l’edificazione del tempio, l’acquisto dell’arredo, di tutto il necessario per officiare le sacre funzioni e per il mantenimento del cappellano. Nel 1615 avvenne l’inaugurazione con la consacrazione del tempio alla Beata Vegine e ben presto da questo primo nucleo edilizio inizierà a svilupparsi l’impianto urbanistico del paese con la costruzione della casa del cappellano, di un ostello per i poveri, di un primo quartiere di Castello Alessandro per accogliere la popolazione crescente attratta dalle possibilità lavorative nel paese.
Torre dell’Orologio
Il fabbricato dell’”Isola dell’Orologio”, tra i più significativi del centro storico di Monte Romano, è situato al centro dell’abitato con i due prospetti rivolti verso le piazze principali, Piazza Dante e Piazza della Repubblica. La sua realizzazione è strettamente legata al rinnovamento edilizio promosso a partire dall’XVII secolo dalla grande istituzione ospedaliera e assistenziale romana, il Pio Istituto del Santo Spirito proprietario fin dal XV secolo degli estesi territori di Monte Romano e Roccarespampani, che trasformò questo borgo in un autonomo nucleo amministrativo e produttivo.
L’Isola dell’Orologio prevedeva inizialmente solo l’edificio delle Carceri, descritto nei documenti come un ambiente di piccole dimensioni formato da «due stanze sopra e due sotto». Attualmente a ricordo della originaria funzione rimane la pesante inferriata posta sopra l’ingresso in via Piave nel lato sinistro dell’edificio e la targa al di sopra di essa che ci informa della data di costruzione: 1731.
Nel 1767 al nucleo primitivo delle Carceri veniva aggiunto, come elemento di arricchimento e completamento, la Torre dell’Orologio, la cui progettazione fu affidata all’architetto (o capomastro) Antonio Cavalletti e di una macchina d’orologio quadrifronte che poteva essere visto da ogni lato del paese.
La Torre dell’Orologio attualmente svetta al di sopra dei tetti del paese, valorizzando il patrimonio decorativo del centro storico. Posta al centro di una facciata armoniosa, organizzata con estremo nitore nella distribuzione degli elementi formali, è scandita da lesene angolari e partiture orizzontali in muratura, soluzione che verrà riproposta anche nella facciata posteriore, verso Piazza Dante, per conferire all’insieme una maggiore uniformità formale. Il complesso prevedeva sicuramente una finitura di intonaco color travertino che lo uniformava a tutti gli edifici della Pia Casa di S. Spirito.
Intorno al 1831 l’Istituto concesse al neonato Comune di Monte Romano, di utilizzare l’”Isola dell’Orologio” come sede della residenza comunale per poter svolgevano le riunioni e attualmente gli ambienti delle carceri ospitano il piccolo Museo Civico di Monte Romano.
Chiesa di Santo Spirito
All’inizio del XVIII secolo l’Ospedale di Santo Spirito poteva beneficiare di una posizione finanziaria favorevole e cominciava a trarre grandi vantaggi dalla produzione agricola della tenuta di Monte Romano; la popolazione residente nel paese aumentava e occorreva rispondere a tutte le nuove esigenze abitative oltre a realizzare edifici con funzioni amministrative e legati ai diversi servizi. Si decise la edificazione di un complesso unitario posizionato su Largo Santa Corona, formato da tre elementi: al centro la grande Chiesa di Santo Spirito (costruita nel 1763 e consacrata nel 1765) e due edifici uguali laterali, i “Casini”, che dovevano ospitare i funzionari dell’istituzione romana. La nuova fontana monumentale del “Mascherone” avrebbe risolto anche il problema della fornitura idrica del paese oltre a completare le costruzioni architettoniche di questa porzione di paese. Lungo la strada principale, invece, si decise di dare un ulteriore sviluppo urbano con nuove attrezzature come il Granarone e altre abitazioni: il cosiddetto Borgo Calino. Il direttore dei lavori di tutte queste realizzazioni fu Pietro Sardi, figlio del più noto architetto e capomastro romano Giuseppe Sardi.
Opere presenti all’interno della chiesa di Santo Spirito
Fontana del Mascherone
La Fontana del Mascherone chiamata dai monteromanesi semplicemente “Il Mascherone” venne eretta nel 1771, su un progetto datato 1769, con lo scopo di portare in paese l’acqua proveniente dal fontanile del Torrione, situata a poca distanza del borgo, fino alla piazza davanti il Palazzo del Commendatore e la Chiesa Grande: in questo modo la popolazione evitava i continui e lunghi viaggi necessari per l’approvvigionamento quotidiano destinato agli usi domestici. Una fontana pubblica dalla forma monumentale dava lustro, onore e gloria agli amministratori del S. Spirito chiamati a gestire e far crescere la comunità, e con l’ampio fronte murario andava a completare quel vuoto che si era venuto a creare con la realizzazione del nuovo complesso della Chiesa del Santo Spirito e Via Monte Cavallo: esso accoglie tre cannelle d’acqua una fuoriesce dal mascherone dalla grande nicchia centrale e confluisce nella vasca principale, le altre due sgorgano dalle paraste laterali per raccogliersi nei bacini di raccolta minori.
Grazie a questa fontana, il paese si era arricchito non solo di un elemento architettonico monumentale di notevole rilievo, ma più semplicemente di un nuovo punto di incontro e di piacevole conversazione per le donne che, più volte al giorno, vi si recavano a prendere l’acqua abilmente trasportata sulla testa, con secchi e brocche, verso le proprie abitazioni.
Palazzo Comunale
Risale al 1898 il primo progetto di questo palazzo oggi destinato a sede del Comune e dei suoi uffici. Realizzato nei primi anni del Novecento in origine l’area al piano terra si svolgeva l’attività di scuola maschile, femminile e scuola infantile mista, collegata ad un grande giardino diviso in due parti da un muro per distinguere la zona dei maschi da quella delle femmine e dei bimbi dell’asilo. Il primo piano ospitava la casa comunale che precedentemente era collocata presso “l’Isola dell’Orologio”: un progetto conservato presso l’Archivio Storico del Comune (busta 626, fascicolo 15) ci informa che nel 1908 verranno realizzati mobili in legno dalle maestranze locali, il banco della stanza della giunta, armadi, tavoli e sedie per la stanza del segretario e armadi per l’archivio. Nel periodo fascista la facciata si arricchirà con la costruzione di un balcone e di una nuova fontana in stile 900, su disegno del prof. Lavaroni di Viterbo, con otto getti d’acqua, figure di pesci alla base e nella parte superiore i fasci littori che verranno rimossi con la caduta del regime.
Rocca Respampani
Rocca Respampani vecchia
Notizie relative alla Rocca risalgono al XII secolo quando in antichi documenti viene menzionato un castrum Respampini. In tale periodo la rocca apparteneva ai conti di Vetralla, tra le famiglie nobili più importanti dell’area della Tuscia. Nel corso del Duecento la rocca fu al centro di importanti e complesse vicende belliche tra il papa e l’imperatore Federico II di Svevia che si contendevano il possesso territoriale dell’area tra Viterbo e Roma. Dopo alterne vicende, la rocca e l’intero possedimento agricolo vennero confiscati dalla Chiesa che nel 1456 cedette la proprietà e i diritti all’Ospedale di Santo Spirito in Sassia. Gli esperti amministratori dell’Ospedale, attraverso un’intelligente opera di migliorie come la realizzazione di canali per l’irrigazione, la costruzione del ponte Frà Cirillo, imponenti opere di drenaggio e bonifica, avviarono una razionale coltivazione delle terre sfruttando al massimo l’intero fondo che insieme a quello di Monte Romano garantiva enormi rendite provenienti dai raccolti. Nel 1606, la vecchia rocca ormai ridotta a rudere verrà sostituita da una nuova costruzione, la Rocca Nuova.
Rocca Respampani nuova
Come si apprende da una targa posta sulle pareti del castello, la sua costruzione fu avviata, nel 1607, da Ottavio Tassoni d’Este, Precettore del Santo Spirito, che commissionò tali lavori all’architetto Canio (o Ascanio) Antonietti. L’idea iniziale era ambiziosa: un palazzo/fattoria, abbastanza dignitoso per ospitare il governatore e il suo seguito di funzionari, ma in grado anche di accogliere le famiglie contadine qui operanti; un nucleo che, doveva mantenere una propria autonomia.
Negli anni successivi il castello verrà tenuto, con maggiore autorità, da un nuovo castellano, Fra Cirillo Zabaldani, che uno storico locale del XIX secolo (Campanari), descrive come: «uomo insolente e di mala condizione e misleale […] spergiuro e traditore»; si racconta che fu lui a munire la Rocca Nuova con «gagliarde fortificazioni e spingarde gettate in ferro […]»;
Ben presto, la storia dell’edificazione del castello si intreccerà con quella del nascente paese di Monte Romano: Fra Cirillo Zabaldani, farà sospendere i lavori a Respampani per dedicarsi alla edificazione del nascente Borgo: sorse così la piccola Chiesa dedicata al culto della Madonna Addolorata, l’osteria. Questi luoghi verranno sempre più frequentati dalle crescente presenza di contadini che sceglieranno di vivere in questa area senza il bisogno di spostarsi a Respampani per lavorare.